Lavoro che cambia: nuove formule organizzative per risorse umane
Roma, 17 mag. (Aska News) –
Continua il percorso di approfondimento sul mondo del temporary management, insieme a Giovanni Marinelli, fondatore di Sintegrum, società specializzata nell’offerta di questa tipologia di servizi in ambito risorse umane. Come si sviluppa il rapporto con le aziende?
Sintegrum nasce cinque anni fa, nel 2014, con l’obiettivo di andare a cogliere le esigenze evidenziate soprattutto nel mercato delle piccole e medie imprese. Questo in presenza di un grande cambiamento del mercato del lavoro e di grande turbolenza dell’economia. Per cui abbiamo visto che alcune Pmi stavano cambiando pelle. O per l’effetto di acquisizioni da parte di gruppi internazionali o per la necessità di avere accesso al credito e quindi superare fasi di turn around con le relative richieste da parte della struttura finanziaria di inserimento in azienda di profili professionali fino a quel momento non presenti. Quindi nasciamo per coprire queste esigenze che sono esigenze a termine, a tempo. Con il nostro aiuto infatti l’imprenditore superata la fase di emergenza e di ristrutturazione tende a stabilizzare l’organizzazione con figure cosiddette permanent. Siamo nati nell’area delle risorse umane, avendo rilevato che spesso nelle Pmi questi servizi si limitano alla semplice amministrazione del personale, quindi alla compilazione dei cedolini paga, spesso affidati ad un consulente del lavoro o a un commercialista, perdendo di vista l’importanza del capitale umano all’interno soprattutto dei processi di ristrutturazione di cui abbiamo accennato”.
Ma quale azienda ha oggi più bisogno di un temporary manager nel settore delle risorse umane?
“Le dimensioni sono superiori ai 50 dipendenti con un fatturato che varia tra i 10 e i 25 milioni di euro. Questo consente di poter lavorare sull’organizzazione e calare all’interno dell’organizzazione aziendale modalità e procedure tecniche che possono essere recepite per contribuire allo sviluppo dell’azienda. Aziende di dimensioni inferiori difficilmente accetterebbero questo tipo di impostazione. Non è necessaria la presenza della proprietà in azienda ma a noi è capitato di lavorare avendo accanto la proprietà, a volte anche ridefinendo insieme l’organizzazione riposizionando i membri della proprietà stessa. Una grande soddisfazione, perché il proprietario nella convinzione di essere il massimo esperto di quel settore difficilmente accetta una rimodulazione di incarichi e di responsabilità da parte di persone esterne.
17 Maggio 2019