Temporary manager: le virtù di un lavoro eroico
Sembra quasi una figura mitologica quella del temporary manager (TM), che scende in campo nel momento del bisogno e poi torna nell’ombra. Esercita magistralmente il suo lavoro per sovvertire un’infausta sorte preannunciata e sull’orlo dell’attuazione o per condurre ad una vittoria sicura e concreta le aziende.
Prende le redini di un’impresa e in tempi ragionevolmente brevi cambia radicalmente tutto ciò che non funziona. Individuandone priorità e necessità, istituisce o ridistribuisce, anche interamente, mansioni e ruoli. Infine, come un vero eroe, prepara l’ambiente alla sua dipartita con tutte le disposizioni del caso e i preziosi consigli e avvertimenti, pronto già ad aiutare un’altra azienda in difficoltà.
Il temporary manager non è un consulente
Ma chi è realmente il temporary manager e cos’è che lo differenzia dai consulenti con i quali spesso viene confuso? Ve lo spieghiamo subito. La divergenza più evidente sicuramente la notiamo sul piano tangibile. Nel senso, il compito di un consulente è quello di dare consigli e indicare eventuali vie da seguire, strategicamente performanti. Il temporary manager non si limita invece a proporre opzioni e azioni: attua egli stesso il cambiamento.
Inoltre, c’è da sottolineare che al TM, per lavorare seriamente e nel migliore dei modi per risollevare o aiutare un’azienda, sono dati pieni poteri. Durante il periodo stabilito per il suo intervento, diventa a tutti gli effetti il dirigente ed è a pieno titolo il referente e il responsabile dell’area che è stato chiamato a gestire. Il consulente quindi è più come la figura del consigliere per il sovrano, in questo caso il capo dell’azienda. Il temporary manager lo possiamo invece immaginare come un reggente o il tutore del regnante ancora in età minore.
Il TM ha un profilo altamente qualificato
Per rivestire questo ruolo, è necessario un alto profilo, che mostri un’esperienza ben consolidata in più di un’area dirigenziale. Solitamente, infatti, le figure da TM sono senior con più di 10 anni alle spalle ai vertici di svariate aziende, presenti in ambiti economici diversi. È necessaria questa “contaminazione” di settori e competenze per mettere tutto il know-how acquisito a disposizione di un’azienda in crisi e che non sempre può permettersi un dirigente altamente qualificato in pianta stabile all’interno del proprio organico.
L’aspetto che sostanzialmente lo differenzia dal “semplice” manager è, infatti, il tempo. Mentre il secondo è una figura interna all’azienda con un contratto indeterminato o di lunga durata, il primo è una risorsa esterna il cui incarico dura tra i 6 mesi e i 2 anni al massimo (da qui il “temporary” affiancato alla mansione che questa persona svolge). Inoltre, per il TM un requisito must-have è l’esperienza diversificata, non necessariamente richiesta ad un manager.
La leggenda di un valoroso manager che salva le aziende
Come dicevamo, il TM è una figura che deve aver cumulato molto expertise e che interviene, su chiamata dei dirigenti di un’azienda in difficoltà, per aiutare a superare il momento di crisi e portare la vittoria a casa. Ci teniamo a sottolineare che i momenti di crisi non devono circoscriversi solo ad eventi spiacevoli. Esistono infatti momenti critici legati sia a fattori negativi, sia a fattori positivi. Un periodo difficoltoso può ad esempio anche essere rappresentato dall’espansione di un’azienda, la sua fusione o la sua internazionalizzazione. Il temporary manager, quindi, non interviene solo in quei casi bui dove l’impresa è ad un passo dalla chiusura.
L’intervento del TM copre solitamente quattro aree principali, anche se è un dato affermato che molti direttivi hanno fatto ricorso a queste intrepide figure per la gestione dei settori più disparati.
Quando seve un temporary manager
Gli ambiti predominanti in cui vediamo spesso un temporary manager a lavoro sono:
- • Finanza
- • Logistica e acquisti
- • Marketing e vendite
- • Risorse umane
Le ragioni determinanti per cui un’azienda si avvale ben volentieri di una persona che riveste questo ruolo e ciò che al contempo la rende una figura quasi mitica sono invece le seguenti:
- • Efficacia nell’individuare problematiche e necessità dell’impresa e rispettive soluzioni
- • Rapidità nel pianificare strategie e attuare provvedimenti
- • Esperienza specifica e in più settori che lo rendono capace di una veduta ampia
- • Flessibilità nella definizione del contratto, sia per la sua durata, sia per l’effettivo numero di giornate lavorative necessarie al raggiungimento degli obiettivi
- • Coaching: è previsto che l’eroico TM trasmetta il suo sapere e le sue competenze ad una risorsa interna all’azienda, così che sia garantita la continuità.
- • Costi: il TM viene remunerato a giornata effettiva svolta e non ha tutti i benefit che derivano dal rivestire un tale ruolo con un contratto a tempo indeterminato.
Quando rivolgersi ad un temporary manager
Certamente i “villain” nella coraggiosa vita di un temporary manager sono gli elementi, di mercato o insiti nell’azienda, che hanno reso indispensabile e necessario il suo intervento. Tuttavia, oltre le difficoltà tangibili e perfettamente comprovate dalla documentazione e lo stato in cui versa l’impresa che deve prendere in custodia, ci sono altri fattori poco piacevoli a mettere il loro zampino. Ad esempio, capi d’azienda o direttivi che non si fidano del loro operato e non ritengono necessario dare al temporary manager i pieni poteri. In tal modo, si rallenta solamente il loro lavoro, si aumenta il costo per il loro ingaggio e sicuramente non si fa il bene dell’azienda.
La domanda però che probabilmente più ci si pone è quando si dovrebbe assumere un temporary manager. In che occasione si dovrebbe usufruire di una risorsa con delle capacità così straordinarie ed essenziali per poi lasciarla andare? Motivazioni più che legittime possono essere le situazioni temporanee di crisi o la presenza, nel proprio organigramma, di una risorsa valida e qualificata a cui però mancano alcune competenze fondamentali. Così, per gestire situazioni delicate, spesso si fa ricorso al pavido TM che si occuperà anche di designare il suo successore e trasmettergli le competenze necessarie affinché possa, in futuro, gestire in autonomia quegli stessi eventi.
Le attività del temporary manager: ecco dove impiegarlo
Per quanto riguarda invece i contesti ad alta criticità per cui si chiamano queste intrepide figure a sorreggere e tutelare un’attività, possiamo individuarne tre:
Discontinuità dirigenziale: nel momento in cui per svariati motivi viene a mancare la figura che era precedentemente a capo di quell’area, che sia per un passaggio di consegne o per cause di natura diversa
Transizioni (positive e negative): quando in cui si verificano periodi di forte crescita ed espansione o perdita o durante un cambio di strategia aziendale
Progetti o business da mettere in atto: nel momento in cui si vogliono lanciare o rinnovare totalmente dei progetti
Pro e contro di una vita da temporary manager
Fare la vita da temporary manager è una vocazione o una breve parentesi di qualche anno. Perché affermiamo una cosa simile? Ve lo diciamo subito. Al di là del grande quantitativo di expertise che ci si aspetta da un TM e le responsabilità enormi che si assume quotidianamente, egli deve anche avere delle qualità caratteriali non poco semplici da potenziare e non in tutti innate. Tra queste, sicuramente un’eccellente gestione dello stress e un’ottima capacità comunicativa.
Oltre l’aspetto soft skills, cerchiamo però di capire concretamente quali sono i vantaggi e gli svantaggi che derivano dallo svolgere questa attività. Nel lato positivo rientra indubbiamente l’avere una vita dinamica e costantemente piena di nuove sfide e progetti e nuovi obiettivi da raggiungere. Inoltre, apportare un significativo cambiamento che volge al meglio situazioni anche spiacevoli, è certamente sempre qualcosa di gratificante. Come contro c’è invece può esserci il salario, tendenzialmente più basso rispetto a chi riveste lo stesso ruolo all’interno di un’attività.
Speriamo di avervi dato una buona panoramica di chi è, cosa fa e quando servirsi di un temporary manager, che riteniamo realmente essere una figura quasi eroica. Un po’ come i salmoni che in fin di vita ripercorrono controcorrente il fiume che per la prima volta li ha portati all’oceano, esposti alle angherie degli orsi e delle altre intemperie (dirigenti che non si fidano e intralciano il lavoro del TM assunto e le situazioni in cui versano le aziende).
(fonte immagine: Yandex.com)
6 Ottobre 2022